Flowers

Impressionismo gestuale

I fiori sono un argomento che la pittura ha ampiamente trattato. La fortuna dei fiori come oggetto pittorico è stata talmente grande da far divenire i fiori il modello mimetico della natura stessa. Un fiore è divenuto di fatto il volto della natura, allo stesso modo in cui il ritratto di un viso si è mutato nella rappresentazione dell’umano. Mauro Drudi ci riporta a questa interrogazione con la sua serie ‘Flowers’ e ci consente di ripercorrere alcuni nodi problematici che l’immagine di un fiore ci offre.


Drudi ci ha confidato che il centro di ‘Flowers’ è il colore. È quindi il colore ciò che traduce il contatto tra impressione e gesto. In una sua annotazione possiamo leggere: “Uso colore puro che eventualmente si mescola un po’ sulla tela o sul legno ma che fondamentalmente va a mescolarsi nell’occhio dello spettatore”. E ancora: “Non ci sono disegni nei miei fiori, tutto parte dal colore inteso anche come materia in sé”. La centralità percettiva del colore è realizzata senza pennello, senza un progetto, ma con il contatto diretto tra tubo, mano e tela. Tela e colore si uniscono in una dimensione dinamica, di pura dynamis, di possibilità aperta. Questo possibile è la sensazione ottica di chi guarda.


Se Warhol aveva colto nella natura la minaccia più grande per la costruzione di una realtà asettica e plastificata (e i fiori warholiani non sono altro che carta da parati, rivestimento urbano), Drudi riporta il fiore alla suo statuto d’inchiesta continua. E se Warhol aveva optato per una serialità che ci induceva a pensare la vita come un immensa fotocopia di immagini già metabolizzate e consumate, Drudi insiste sul valore dell’unicità dell’istante, laddove l’impressione non è un risultato, ma un percorso, laddove il gesto non è un fine, ma una possibilità. Mauro Drudi: “Realizzo fiori senza disegnarli, senza pennelli o spatole ma solo con le mani, schiaffeggiando, schiacciando, accarezzando il colore sulla tela alla ricerca più di una macchia di colore che di una forma predefinita. Il solo vincolo è il soggetto: tutto il resto è libertà, azione, un gesto, un’impressione”.

Andrea Mecacci